Pelle sostenibile
La pelle, quella vera, può essere sostenibile?
È una delle domande che ci viene rivolta più spesso: come possiamo definirci un brand di sneaker green se tra i materiali che utilizziamo per realizzarle c’è anche la vera pelle?
Cosa si intende per sostenibilità?
Per capire se la pelle può essere una materia prima ecologica, è utile interrogarsi principalmente su tre
questioni:
- L’origine del materiale. Che impatto ha l’approvvigionamento e la lavorazione della materia prima di cui è composto?
- La sua durabilità, ovvero la capacità di resistere alla prova del tempo.
- Lo smaltimento del materiale una volta che il prodotto ha terminato il suo ciclo di vita.
Quando parliamo di sostenibilità e impatto ambientale di un prodotto, infatti, dobbiamo considerare tutto il suo ciclo vitale: dall’approvvigionamento fino al prodotto finito.
Da dove proviene il cuoio?
Sfatiamo un mito: la maggior parte della pelle utilizzata dall’industria della moda (se si escludono il pitone, il coccodrillo e le pellicce), non proviene da animali che vengono allevati e uccisi per questo scopo.
Oggi l’industria conciaria lavora pelli che sono un sottoprodotto della macellazione: se la pelle non venisse conciata, dovrebbe essere comunque smaltita in altri modi, probabilmente molto più impattanti.
Detto questo, la questione si sposta da un’industria ad un’altra, ma rimane il fatto che il sistema della pelletteria recupera gli scarti di un’industria alimentare che produce a ritmi insostenibili e con enormi impatti ambientali ormai noti a tutti.
La concia e l’importanza della tecnologia
Qual è quindi la discriminante? Come per altri materiali, innanzitutto la provenienza: le concerie italiane ed europee devono rispettare regolamentazioni ferree per la tutela dell’ambiente e dei lavoratori, a differenza di altri paesi Cina, Bangladesh o India - grandi produttori di pellami finiti - dove le norme igienico sanitarie non sono affidabili.
Il consumo di acqua e l’utilizzo di sostanze chimiche sono altri due aspetti importanti del processo di concia fondamentali in termini di sostenibilità.
La concia è il processo durante il quale la pelle del bovino viene trattata per essere trasformata in cuoio.
La differenza, in termini di impatto ambientale, la fanno le tecnologie di depurazione all’avanguardia che, in Europa e in paesi come l’Italia, permettono di smaltire correttamente le acque grigie e ridurre la propria impronta idrica, oltre a recuperare e riciclare gli scarti di produzione.
La concia al vegetale: l’alternativa slow responsabile
Secondo le statistiche, oltre il 75% della pelle in commercio viene trattata con il cromo. La concia al cromo oggi in Europa non è di per sé nociva (la normativa europea ha bandito dal processo ogni sostanza potenzialmente tossica), ma rimane un metodo che utilizza sostanze chimiche note per essere inquinanti.
La cosiddetta concia al vegetale, alternativa al cromo, utilizza invece tinture ottenute con la macerazione di materiale organico come la corteccia degli alberi, bacche e fiori. Un tipo di concia più responsabile e semplice da smaltire - le tinture sono biodegradabili - che richiede tempi più lenti e poco compatibili con i ritmi di produzione della moda di oggi, ma che fa riflettere sui cicli produttivi in grado di rendere la pelle un materiale ecologico.
Per questo motivo abbiamo scelto per le Womsh una pelle a concia metal free, che utilizziamo per le tomaie di alcuni modelli e per le fodere di tutta la collezione. Bianca è una pelle ottenuta con un particolare processo di concia che non prevede l’impiego di metalli pesanti o sostanze chimiche, garantendo la sicurezza non solo per l’ambiente ma anche per la salute dei lavoratori. Rispetta standard di produzione responsabili e permette di ottenere un cuoio 100% naturale e biodegradabile, pur mantenendo le stesse caratteristiche di resistenza e morbidezza del pellame conciato tradizionalmente. Oltre a notevoli vantaggi in termini di sostenibilità:
- una volta esaurito il suo ciclo di vita, il capo in pelle al vegetale può essere smaltito con facilità grazie alle sue caratteristiche chimico-biologiche;
- è estremamente efficiente dal punto di vista energetico;
- la pelle viene lasciata asciugare naturalmente, senza l’impiego di macchinari;
- nel processo di produzione si creano prodotti di scarto ma, in Italia (e in generale in EU), dove la concia delle pelli deve rispettare stringenti procedure normative, il materiale di scarto viene quasi del tutto recuperato: le fibre rimosse vengono riciclate come fertilizzanti agricoli e i rifiuti del processo di depurazione vengono riciclati nell’industria edile.
Inoltre, in un’ottica di economia circolare, recuperare gli scarti dell’industria alimentare altrimenti destinati all’inceneritore, ci è sembrata l’alternativa migliore per produrre sneaker responsabili, democratiche nel prezzo e che potessero chiudere il cerchio con il minor impatto possibile.
La certificazione LWG e il nostro impegno per una filiera trasparente
Ma che cosa garantisce la provenienza delle pelli?
La nostra pelle è certificata Leather Working Group (LWG), organizzazione no profit che valuta le concerie di tutto il mondo dal punto di vista della sostenibilità, tenendo conto di parametri quali: il consumo di acqua, energia, lo smaltimento dei rifiuti, ma anche dell’etica e della sicurezza sul luogo di lavoro.
Il protocollo LWG nasce per individuare uno standard comune da applicare all’industria della pelletteria per garantire la tracciabilità delle pelli e monitorare le prestazioni ambientali e sociali lungo tutta la filiera: dai produttori ai fornitori, fino ai brand della moda.
In altre parole, significa che la pelle delle nostre Sneakers deriva esclusivamente da fornitori che hanno superato tutti i percorsi di audit previsti per ottenere la certificazione LWG e che promuovono le migliori pratiche possibili sia a livello sociale che ambientale: allevamenti estensivi e non intensivi, migliore utilizzo delle risorse naturali, riduzione delle emissioni, condizioni di lavoro dignitose per ogni lavoratore e il massimo della trasparenza lungo tutta la catena di distribuzione.
La longevità della pelle
Altro fattore non trascurabile in termini di sostenibilità. La pelle tradizionale non invecchia mai, anzi, il suo aspetto migliora col passare del tempo. Rispetto alle pelli sintetiche derivate dal petrolio, un prodotto in pelle naturale ha un ciclo di vita molto più lungo, che può durare anche decenni, evitando che finisca in discarica dopo solo pochi utilizzi. Robustezza e longevità sono da sempre qualità intrinseche del cuoio, che dal nostro punto di vista rispetta - al di là di ogni definizione - la moda più sostenibile di oggi: “comprare meno, comprare meglio”.